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Se i comuni decideranno di non unificare Tasi e Tari, i contribuenti saranno chiamati alla cassa 6 volte l’anno per pagare Imu, Tari e Tasi, con scadenze distinte. I sindaci però, hanno la possibilità di poter richiedere ai loro contribuenti il pagamento in un’unica soluzione al 16 Giugno, o unificare Tasi e Tari prevedendo almeno due rate a scadenza semestrale. Ma se i due tributi non verranno accorpati, per i contribuenti si prospetta un calendario di scadenze sfiancante:
Questa è l’eventualità formulata nel decreto legge, varato dal governo sulle ceneri del decreto Salva Roma bis.
Eppure nelle riunioni tecniche e politiche propedeutiche alla stesura del decreto, il Mef aveva cercato in tutti i modi di arrivare a predisporre una norma che obbligasse i comuni (in un’ottica di semplificazione per i contribuenti) a unificare le scadenze di Tasi e Tari, ferma restando la chance per i sindaci di prevedere comunque un numero di rate superiore a due.
La versione del dl, invece , fa chiarezza sulla sorte degli immobili della chiesa che restano esenti dal pagamento della Tasi così come era per l'Imu. E' stato sciolto il nodo e nella bozza definitiva del decreto legge varato la settimana scorsa dal Consiglio dei Ministri, di cui l'Agi dà conto, è previsto che l'esenzione si applicherà alle sole parti dell'immobile che vengono utilizzate per lo svolgimento delle attività meritevoli, con modalità non commerciali. Resta ferma l'esenzione per i 25 immobili della Santa Sede, esentati grazie all'ex-territorialità garantita dai Patti Lateranensi. Il decreto, bollinato dalla Ragioneria dello Stato dovrebbe essere pubblicato in Gazzetta ufficiale nella serata di martedì.
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Redazione di Rete Commercialisti