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I nuovi importi previsti dalla manovra: per vederseli riconosciuti bisogna rinnovare l'Isee entro febbraio. Senza la nuova dichiarazione si rischia anche la decurtazione del contributo
Roma, 9 gennaio 2023 - Occhio alle scadenze per l’assegno unico destinato alle famiglie con figli a carico. Con la manovra del 2023 aumentano gli importi. Ma per evitare di incassare la quota "minima" bisognerà presentare il nuovo Isee entro il prossimo 28 febbraio. Ecco, in particolare, le novità e le date da cerchiare in rosso nella nostra agenda.
Come evitare il taglio dell’assegno unico
Per ottenere gli aumenti dell’assegno unico previsti dalla Finanziaria, le famiglie dovranno presentare entro il 28 febbraio la Dsu, la Dichiarazione Sostitutiva Unica, per il rinnovo dell’Isee. Chi non presenterà la domanda continuerà ad ricevere d’ufficio la prestazione da parte dell’Inps, ma solo con gli importi minimi. In sostanza, senza l'aggiornamento dell'Isee, si corre il rischio non solo di perdere gli incrementi previsti con la manovra economica ma anche di veder decurtare la cifra corrisposta fino ad oggi in base alla propria condizione. Potranno, invece, presentare una domanda ex novo coloro che non hanno mai fruito dell’Assegno unico e quanti avevano, prima del 28 febbraio 2023, trasmesso una richiesta che non è stata accolta o che non è più attiva. Le domande possono essere presentate tramite: servizio online; Contact center; patronati; app INPS Mobile.
Da quando scatta la prestazione
Per quanto riguarda la decorrenza della prestazione l'inps ricorda che – per le domande presentate entro il 30 giugno 2023 – l’Assegno unico è riconosciuto a decorrere dal mese di marzo dello stesso anno. Per coloro che già ricevono l’assegno, il servizio sarà in continuità. A patto, ovviamente, di aggiornare l’Isee per non ricevere il contributo minimo.
Gli aumenti
L'assegno unico viene aumentato del 50% per tutti per il primo anno di vita del bambino, e fino a tre anni per famiglie che hanno tre figli o più figli. Per i figli disabili non ci saranno limiti di età. L'assegno va da un minimo di 50 euro al mese a un massimo di 175 euro per ogni figlio minorenne a carico. Per la fascia tra i 18 e i 21 anni l'importo va invece da un minimo di 25 euro a un massimo di 85 euro al mese. A queste cifre, poi, bisogna aggiungere degli extra. In particolare per ciascun figlio dal terzo in poi l'aiuto viene aumentato di una quota che va da 15 euro, per redditi superiori a 40mila euro, a 85 euro, per redditi fino a 15mila. Poi per le famiglie con 4 o più figli a carico viene erogata anche maggiorazione forfettaria di 100 euro. Questo significa che l’assegno unico potrà arrivare ad un importo massimo pari a 263,50 euro, mentre il contributo minimo sarà pari a 75 euro. Per i redditi superiori ai 40mila euro non ci sarà alcuna maggiorazione. Mediamente, l’assegno unico è in grado di portare nelle tasche delle famiglie una cifra compresa tra i 1.714 ed i 1.949 euro.
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Redazione di Rete Commercialisti