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Il lunedì choc del fisco: scadenze per trenta miliardi di euro

Fisco e Tributi 

Tra Iva e irpef è una giornata campale per imprese e commercialisti

Oggi è una giornata campale per le imprese e il popolo delle partite Iva. Tra il versamento dell'Iva e delle ritenute Irpef dei dipendenti e dei collaboratori, l'Ufficio studi della Cgia stima che sono chiamate a pagare al fisco 26,9 miliardi di euro. Oltre a questo importo, tutte le imprese dovranno versare i contributi previdenziali dei propri dipendenti ed eventuali collaboratori: gli artigiani, i commercianti e i lavoratori autonomi, inoltre, verseranno all'Inps anche i propri. "Verosimilmente - afferma il coordinatore dell'Ufficio studi Paolo Zabeo - lo Stato incasserà in un solo giorno un importo pari alla dimensione economica della prossima manovra di bilancio. Una cifra da far tremare i polsi, anche se è bene ricordare che si tratta di una partita di giro. Le imprese, in qualità di sostituto di imposta, entro lunedì dovranno versare l'Iva incassata nelle settimane precedenti dalla propria clientela e l'Irpef di competenza delle proprie maestranze. Tuttavia, non mancheranno casi in cui sarà difficile onorare questa scadenza; purtroppo, la mancanza di liquidità sta tornando ad essere un problema assillante, soprattutto per tantissime piccole e micro imprese".

Se qualcuno non rispetta la scadenza di pagamento prevista per oggi lunedì 18 novembre, cosa gli succede? Si chiede la Cgia. L'ordinamento tributario, ricorda l'Ufficio studi, impone al contribuente una sanzione dell'1% dell'importo da versare al fisco per ogni giorno di ritardo entro il 15esima dalla scadenza. La percentuale sale al 15% se il pagamento viene effettuato entro il 90esimo giorno dalla scadenza. Per omesso pagamento o per versamento effettuato dopo 90 giorni dal termine previsto per legge, la sanzione sale al 30% dell'importo da versare all'erario. Indipendentemente dal ritardo, sono altresì dovuti gli interessi legali pari allo 0,8% dell'importo da pagare. Va ricordato che le sanzioni possono essere fortemente ridimensionate usufruendo dell'istituto del "ravvedimento operoso", a condizione che si versi sia l'importo omesso che la sanzione (opportunamente ridotta) e gli interessi. Le riduzioni, ovviamente, diminuiscono con il passare del tempo di pagamento.

Il peggio comunque deve ancora arrivare, riporta la Cgia. La scadenza del prossimo 30 novembre, che essendo di sabato slitterà a lunedi' 2 dicembre, "chiederà" alle imprese altri 28 miliardi di euro circa. Le piccole aziende e gli autonomi, infatti, dovranno "passare alla cassa" per onorare la seconda o unica rata degli acconti Irpef, Irap e Inps. Le società di capitali, invece, pagheranno la seconda o unica rata dell'acconto Ires e Irap. In buona sostanza, si avvicina un fine anno denso di scadenze fiscali da far tremare i polsi. 

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Redazione

Redazione di Rete Commercialisti