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Addio Tasi, la nuova Imu accorperà i due tributi. Niente aumenti secondo il viceministro Laura Castelli. Ma l'unificazione dei due tributi probabilmente obbligherà" i proprietari delle case in affitto a farsi carico anche della quota di Tasi fino a oggi chiesta agli inquilini“
Tra le novità della Legge di Bilancio 2020 c’è la fusione di IMU e TASI nella cosiddetta Nuova IMU.
La doppia tassa sul mattone finalmente diventerà, dal prossimo anno, una tassa unica sulla casa.
A stabilirlo è la Legge di Bilancio, il cui testo è approdato in Parlamento. Si tratta dunque della versione priva di emendamenti: potrebbero esserci dei cambiamenti nel corso dei prossimi giorni.
Basandoci però sulla prima versione ufficiale del testo della manovra finanziaria, vediamo quali sono le novità che interessano la tassa unica sulla casa.
La nuova IMU avrà un’aliquota dell’8,6 per mille, che i sindaci potranno aumentare fino a un massimo di 2 punti.
Tramite delibera comunale si potrà anche decidere di ridurla, fino al suo azzeramento.
Con la nuova IMU i sindaci hanno più poteri, tra cui anche la facoltà di decidere se annullare il prelievo su ville, castelli e abitazioni di pregio.
Ma cosa cambia con la tassa unica sulla casa? Non solo più poteri alle amministrazioni comunali, ma anche una semplificazione delle aliquote. Inoltre, la nuova IMU verrà pagata tramite bollettino postale o F24.
In questo modo anche la tassa unica sulla casa rientra nel piano antievasione del Governo Conte.
La prima versione ufficiale della Legge di bilancio 2020, quindi quella attualmente priva di emendamenti, prevede la nascita della nuova IMU, basata sulla fusione delle due tasse sulla casa.
Dal 2020 insomma non ci sarà più la doppia e odiata tassa sullo stesso immobile.
Ma cosa cambia con la tassa unica sulla casa? Procediamo con ordine.
L’articolo 95 della Legge di Bilancio considera la TASI come una “duplicazione dell’IMU non più sorretta da valida giustificazione”, in quanto i punti che la differenziavano dall’IMU sono venuti meno col passare degli anni. Proprio per questo l’obiettivo della manovra è superare il meccanismo di quantificazione dell’aliquota TASI.
Sempre l’articolo 95 specifica che:
“A tale riguardo, occorre mettere in evidenza che la manovra è stata strutturata ad invarianza di gettito e quindi in modo tale da non determinare un aumento della pressione fiscale.”
Dunque, almeno in teoria, con la nuova IMU non si dovrebbe verificare un aumento delle tasse da pagare per i contribuenti italiani.
Le aliquote di base della nuova IMU vengono riformate dalla Legge di Bilancio 2020, di preciso vengono leggermente alzate, anche se, assicura l’Esecutivo, tale cambiamento non comporterà l’aumento della pressione fiscale.
L’aliquota base della nuova IMU verrà alzata di un punto, portando quella attuale del 7,6 per mille fino all’8,6 per mille.
I sindaci avranno il potere di poter alzare ancora di più l’aliquota base, fino a un massimo di due punti, quindi arrivando al limite del 10,6 per mille.
Tramite delibera comunale, però, i sindaci potranno anche decidere di ridurla, fino ad azzerarla.
Solo per il 2020 la nuova IMU potrà essere portata fino a un massimo dell’11,4 per mille, ma tale aliquota è valida solo per i Comuni che avevano già portato al limite sia IMU che TASI.
Per quanto riguarda le abitazioni di lusso adibite ad abitazione principale, i Comuni potranno aumentare l’aliquota di base pari allo 0,5% solo dello 0,1%.
La principale novità in questo caso è che:
“i comuni possono annullare completamente, con apposita delibera del consiglio comunale, l’imposizione di tale fattispecie.”
I sindaci dunque potranno decidere di azzerare l’aliquota anche su ville, castelli e abitazioni di pregio.
La nuova IMU, in nome sia della semplificazione fiscale che della lotta all'evasione, potrà essere pagata tramite:
*- bollettino postale compatibile col modello F24;
*- modello F24;
*- la piattaforma PagoPa.
Il bollettino precompilato che arriva direttamente a casa del cittadino italiano è stata una proposta dei mesi passati dell’Onorevole leghista Alberto Gusmeroli.
Tramite l’invio di bollettini IMU precompilati o degli F24 direttamente a casa dei contribuenti, infatti, si dovrebbe anche recuperare il sommerso.
Fondamentale però sarebbe anche rivedere il potere di riscossione concesso alle amministrazioni locali.
Non basta unificare le due tasse sulla casa se i Comuni continuano ad avere la possibilità di gestirne in modo non trasparente la riscossione.
L’articolo 96 della Legge di Bilancio introduce una semplificazione delle procedure per la nomina dei funzionari che si occupano della riscossione.
In particolare, i nuovi funzionari devono essere nominati:
“tra i soggetti in possesso almeno di un diploma di istruzione secondaria superiore e che hanno superato un esame di idoneità, previa frequenza di un apposito corso di preparazione e qualificazione.”
Inoltre, per mantenere l’idoneità all’esercizio delle proprie funzioni, i funzionari dovranno seguire appositi corsi di aggiornamento professionale ogni due anni.
La creazione di una tassa unificata sulla casa può essere tranquillamente inserita tra le misure antievasione del Governo Conte.
I numeri che riguardano l’evasione imu-tasi sono impressionanti: il tax gap tra il gettito erariale previsto e quello effettivamente arrivato nelle casse dello Stato è di 5,1 miliardi di euro.
Evasione che si verifica soprattutto nel Sud Italia, sia perché la macchina amministrativa dei controlli è più inefficace, sia perché molti immobili sono stati abbandonati dalle famiglie che si sono trasferite:
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Redazione di Rete Commercialisti