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Ufficialmente partito il “cantiere della manovra”. Uno dei ministeri dove, ormai da giorni, si lavora senza sosta è senza dubbio il Tesoro con l’erede di Tria, Gualtieri insieme alla sua squadra, alle prese con molte spine e il nodo coperture.
Sarà una manovra “non restrittiva” – come il Ministro dell’Economia l’ha definita pochi giorni fa parlando da Helsinki, in occasione dell’Ecofin, lanciando un chiaro messaggio ai partner europei – con il deficit che per il 2020 resta in zona 2%, più o meno lo stesso del 2019.
Alle prese con la solita coperta sempre troppo corta, a Via XX settembre contano di poter far affidamento – sulla spinta della ritrovata vena europeista del Conte bis – sui circa 10 miliardi di flessibilità che Bruxelles sembrerebbe disposta a concedere, da sommare ai risparmi aggiuntivi da Reddito di Cittadinanza e Quota 100, circa 5 miliardi che potranno tornare molto più che utili nell’ottica della realizzazione dei nuovi interventi. Una boccata d’ossigeno potrebbe arrivare anche dallo spread grazie al calo della spesa sugli interessi, se dovesse mantenersi ai livelli minimi attuali.
All’appello mancano comunque più di 15 miliardi di euro da reperire tra tagli di spesa, revisione delle agevolazioni fiscali e lotta all’evasione, come lo stesso Conte ha sottolineato nel corso del suo incontro con i sindacati anticipando l’ossatura della prossima Legge di Bilancio.
Intanto, nel pacchetto fiscale della manovra, insieme al taglio del cuneo – misura da sempre cara al Pd su cui convergono anche i Cinquestelle – rispunta l’unificazione di Imu e tasi come ha lasciato intendere il viceministro all’Economia Antonio Misiani (Pd).
Durante l’ormai archiviata esperienza di Governo gialloverde si era parlato con grande insistenza della “nuova Imu”, definita dal disegno di legge che vedeva come primo firmatario del testo il vice presidente della commissione Finanze della Camera, il leghista Alberto Gusmeroli , nato appunto dalla volontà di accorpare IMU (l’imposta municipale unica) e la Tasi (la tassa dei servizi indivisibili), oltre a ridurre il carico fiscale dei contribuenti. Il passaggio di testimone non affossa il progetto che resta in piedi , perché “è di assoluto buonsenso”, sostiene Misiani.
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Redazione di Rete Commercialisti