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Pace Fiscale: Cos'è? Come funziona? Quali sono i termini?

Burocrazia 

COS'E' 

Si chiama 'pace fiscale' il progetto targato Lega-M5S che consiste in una sorta di maxi rottamazione delle cartelle esattoriali. Una misura contenuta nel contratto di governo pentaleghista che si rifà a una proposta della Lega, presentata nel programma elettorale. "Noi proponiamo per tutti coloro che si trovano in situazioni di disagio economico di poter comunque chiudere per sempre la loro posizione con il Fisco e poter tornare così a essere attivi nella società" scriveva Salvini nel suo programma elettorale

 

COME FUNZIONA

Una sorta di condono quindi? Non esattamente. "Condono è una cosa - ha spiegato qualche giorno fa Di Maio - la pace fiscale un'altra". La misura consiste nel saldo e nello stralcio delle cartelle esattoriali per i piccoli contribuenti in difficoltà economica. A seconda della situazione in cui si trovano, i contribuenti potranno pagare da un minimo del 6% a un massimo del 25% del dovuto con un'aliquota intermedia del 10%.

 

I NUOVI TERMINI PER PRESENTARE DOMANDA

La notizia è stata data dal sottosegretario all'Economia Massimo Bitonci: fino al 31 luglio il debitore di una cartella datata tra il 2000 e il 2017 potrà presentare istanza di adesione all'agevolazione fiscale pagando solo imposte e contributi al netto degli interessi di mora e delle sanzioni amministrative.

Sempre fino al 31 luglio, inoltre, si potrà presentare (con ISEE valido e aggiornato) la richiesta di poter aderire al cosiddetto saldo e stralcio, ovvero quella sorta di sanatoria delle cartelle per omessi versamenti creata per chi è in grave difficoltà economica.

 

SALDO E STRALCIO:COME FUNZIONA

Coloro che dimostrano di avere un ISEE fino a 8.500 euro dovranno pagare il 16% del debito. Nella fascia tra gli 8.500 e i 12.500 euro, invece, bisognerà corrispondere il 20% dell'importo e con un ISEE fino a 20.000 euro il 35% del totale.

Sia che si tratti di rottamazione delle cartelle sia di saldo e stralcio, quando l'istanza verrà approvata, bisognerà procedere al pagamento dell'importo entro il 30 novembre o in un'unica soluzione oppure chiedendo il dilazionamento fino a un massimo di 17 rate. La prima rata prevede il saldo del 20% dell'importo totale dovuto allo Stato. 

 

AZZERAMENTO AUTOMATICO DELLE CARTELLE

Come detto, il decreto fiscale prevede la chiusura automatica delle cartelle di modesto valore, quelle per intenderci inferiori ai 1000 euro, per i carichi affidati all’agente di riscossione tra il 2000 e il 2010.

 

Questo significa che se hai una cartella che, compresi interessi e sanzioni, di importo inferiore a 1000 euro ed emessa in quel decennio, non dovrai fare nulla. Il tuo debito verrà cancellato automaticamente entro il 31 dicembre 2018.

Se però hai già pagato quelle cartelle prima dell’entrata in vigore del decreto, ad oggi non conosciamo la data, non avrai diritto al alcun rimborso di quanto versato.

 

DICHIARAZIONE INTEGRATIVA DEL 20%

L’accesso alla dichiarazione integrativa con aliquota fissa del 20% dovrebbe riguardare i soggetti che rispettano i seguenti requisiti:

 
  • occorre aver regolarmente presentato le dichiarazioni dei redditi negli ultimi anni;
  • chi ha omesso del tutto le dichiarazioni (i cosiddetti evasori totali) è escluso dall’agevolazione;
  • le somme mai dichiarate e da sanare non devono superare di 1/3 il reddito imponibile (in sostanza se hai omesso di dichiarare più del 30% di quello che dovevi, non hai diritto al condono);
  • l’importo massimo sanabile è pari a 100mila euro;
  • la domanda di ammissione al beneficio dovrà essere presentata tra aprile e maggio 2019.

 

ROTTAMAZIONE TER

Quello della rottamazione ter (che segue le prime due rottamazioni cartelle) è un provvedimento del Governo inserito nel cosiddetto decreto fiscale che riguarda la chiusura dei debiti con il Fisco.

Al momento in cui si scrive non si conoscono i dettagli dell’operazione, ma la stessa dovrebbe riguardare due categorie di contribuenti:

  • quelli che avevano già aderito alle rottamazioni precedenti e hanno versato almeno una rata omettendo il resto dell’importo, questi contribuenti potranno versare la parte restante in due rate annuali per 5 anni;
  • i soggetti che non hanno carichi pendenti ma non hanno mai aderito alle definizioni agevolate precedenti.

Il termine per presentare la domanda di rottamazione dovrebbe essere il 30 aprile 2019 e l’Agenzia delle Entrate-Riscossione avrà tempo fino a fine giugno per dare una risposta e comunicare le somme da versate.

 

STRALCIO CARTELLE

Ma cosa succede per le cartelle dal 2011 al 2018?

Allo studio del Governo la chiusura di questi debiti con il Fisco versando il 6. il 10 o il 25% del dovuto, sulla base del proprio ISEE.
Questo significherebbe che se hai una cartella esattoriale di 1.000 euro, potresti chiudere la pendenza versando fra i 60 e i 250 euro.
Nel dettaglio, l’idea è quella di far pagare a chi ha cartelle esattoriali emesse dalla vecchia Equitalia o dalla nuova Agenzia Riscossione, soltanto il 25% del dovuto, inclusi sanzioni e interessi:

  • con un tetto massimo del debito pari a 100mila euro;
  • versando il dovuto entro 2 anni.

Si pensa poi a dei casi particolari con sconti ancora più considerevoli, nel dettaglio:

  • soggetti con un reddito inferiore a 18mila euro, disoccupati e senza casa di proprietà, che potrebbero chiudere le pendenze versando soltanto il 6% del dovuto;
  • contribuenti con reddito inferiore ai 24mila euro e il solo immobile adibito ad abitazione principale, che potrebbero chiudere i propri debiti versando il 10% dell’intero importo.

Resterebbero fuori da questa maxi sanatoria i debiti contributivi, quelli cioè derivanti dal mancato versamento dei contributi INPS.

Questo punto richiede comunque ancora molti dettagli che ad oggi non sono stati diffusi e sui quali vi aggiorneremo appena ne avremo notizia

 

CONDONO CONTANTI E CASSETTE DI SICUREZZA

Un’altra ipotesi allo studio del Governo è quella di una voluntary disclosure su denaro e valori detenuti in contanti o nelle cassette di sicurezza all’estero.

Di cosa si tratta?

La proposta è quella di far emergere gli importi detenuti in contanti e in cassette di sicurezza, ma occultati al Fisco, versando un’imposta sostitutiva che oscillerebbe tra il 15 e il 20% ed evitando sanzioni ed interessi.

Le stime del Governo sul’imponibile occultato al Fisco mediante il denaro detenuto in contanti e i valori nelle cassette di sicurezza all’estero, ammontano a 200 miliardi di euro. Questo significa che il Fisco, attraverso questo condono, potrebbe raccogliere tra i 30 e i 40 miliardi di euro (se tutti aderissero).

 

 PARERI DISCORDANTI SUL CONDONO FISCALE

Come succede sempre più speso su moltissimi argomenti, i pareri su rottamazionisanatorie e condoni sono fortemente polarizzati, lo vediamo anche leggendo i commenti dei nostri lettori, e dunque abbiamo due punti di vista:

  • chi ritiene che una pacificazione sia necessaria per far ripartire coloro che sono bloccati da un carico di debiti ormai insostenibili;
  • chi pensa che questa tipologia di operazioni premi chi non paga mai e dissuada dall’essere ligio alle regole e puntuale nei pagamenti chi invece normalmente paga tutto il dovuto alle scadenze prefissate.

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Redazione di Rete Commercialisti