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Dal 16 giugno i primi versamenti per Unico e acconto Imu. Nella guida Tuttofisco 2016 ciò che serve sapere per compilare senza errori la dichiarazione.
Le dichiarazioni dei redditi 2015, modello 730 o Unico, entrano nel vivo. Vediamo le scadenze e le principali novità di quest’anno. Da lunedì 16, sarà in edicola con il Corriere della Sera, il libro Tuttofisco 2016, una guida pratica e di facile consultazione, utile per compilare al meglio la dichiarazione, con tutti i consigli per risparmiare sulle tasse.
Si avvicina la data più dolorosa, quella dei versamenti, che è fissata per il 16 giugno per l’Unico, per Irpef e addizionali locali e le altre imposte connesse al modello Unico, inclusi contributi Inps di artigiani e commercianti e lavoratori autonomi. Oppure si può pagare entro lunedì 18 luglio pagando lo 0,40% in più a titolo di maggiorazione. In alternativa i contribuenti possono versare in rate mensili, entro il mese di novembre, le somme dovute a titolo di saldo e di primo acconto delle imposte con un interesse dello 0,33% mensile (4% annuo). Per chi si avvale del 730 le imposte vengono trattenute dal datore di lavoro sulla busta paga di competenza di luglio o dall’ente pensionistico ad agosto o settembre. Il 16 giugno è anche la data per pagare l’acconto Imu e dell’eventuale Tasi, che quest’anno è più leggera grazie all’esenzione per le prime case e pertinenze.
Dal 2 maggio i dipendenti e pensionati possono accettare o modificare il proprio 730 precompilato sul sito dell’Agenzia delle Entrate ed inviarlo direttamente al Fisco per via telematica. L’integrazione può essere utile per aggiungere talune spese sanitarie come i farmaci da banco, quelle scolastiche, le erogazioni alle Onlus e altri oneri che non siano già inseriti nel modello già predisposto dall’Agenzia. Oppure possono presentare il 730, precompilato o ordinario, avvalendosi di un Caf o altro intermediario abilitato
Ecco le principali novità da ricordare per non commettere errori e sfruttare al meglio le detrazioni. Il «bonus» di 80 euro mensili. Lavoratori dipendenti e assimilati possono godere, se lavorano per 12 mesi, di un bonus totale di 960 euro annui. Il bonus spetta se il reddito complessivo annuo non supera 24 mila euro. Oltre questo limite, diminuisce fino ad azzerarsi sopra i 26 mila euro di reddito. Chi non ha ricevuto il bonus in busta paga può richiederlo in dichiarazione. Chi ha altri redditi oltre a quello di lavoro e supera il limite di 26 mila euro deve restituire il bonus con il 730 o Unico. Per i fabbricati non affittati è confermata l’esenzione da Irpef se sono soggetti a Imu. Se però l’abitazione sfitta si trova nello stesso Comune in cui il contribuente risiede, è tuttora soggetto ad Irpef il 50% della rendita catastale rivalutata maggiorata di 1/3.
Novità per le spese di frequenza scolastica alle scuole, da quella materna fino alla secondaria di secondo grado. Dal 2015 sono detraibili al 19% dall’Irpef fino ad un importo annuo di spesa di 400 euro per alunno/studente. Vi rientrano la tassa di iscrizione, la tassa di frequenza e le spese per la mensa scolastica. I contributi volontari agli istituti scolastici per l’ampliamento dell’offerta formativa o l’innovazione tecnologica, non cumulabili con le spese di frequenza scolastica, sono detraibili al 19% tra le erogazioni liberali.
Per i corsi di istruzione universitaria sono sempre detraibili al 19% le spese sostenute presso università statali. Per quelle non statali, la detrazione è nei limiti del costo della corrispondente università statale. Con decreto del 29 aprile sono stati fissati gli importi massimi per le Università non statali, in base all’area disciplinare di appartenenza.
Confermata la detrazione del 50% fino a 96 mila euro per gli interventi di recupero del patrimonio edilizio, da ripartire in 10 anni. Per l’acquisto di mobili e grandi elettrodomestici, se relativi ad un immobile oggetto di ristrutturazione, la detrazione Irpef del 50% è fino ad un limite di spesa di 10 mila euro.
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Redazione di Rete Commercialisti