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Evitare gli ingorghi burocratici e le conseguenti polemiche scoppiate l’anno scorso: sono queste le ragioni che hanno convinto il governo a spostare la data di trasmissione del 730 precompilato dal 7 al 23 luglio. La questione è stata posta con forza in Parlamento, attraverso una risoluzione che in commissione Finanze della Camera è stata accolta all’unanimità. Dunque ora la palla è passata all’esecutivo che, sull’onda di questa decisa presa di posizione, potrebbe decidere già nelle prossime ore, di accorciare i tempi, emanando in materia un decreto ad hoc, che tra l’altro, secondo quanto trapelato da ambienti governativi, potrebbe stabilire lo slittamento di date in via definitiva anche per gli anni a venire.
Dunque contribuenti privati, ma anche commercialisti, Caf e intermediari fiscali vari, dovrebbero avere più tempo per effettuare tutte le verifiche del caso sulle nuove dichiarazioni precompilate. Proprio quel tempo in più che a lungo invocarono nel 2015, anno tra l’altro di sperimentazione del 730 precompilato, e che fu concesso però solo in extremis, cioè a soli sette giorni dalla scadenza prestabilita. Quest’anno quindi, si è cercato di mettere le mani avanti e, consci del fatto che le difficoltà di gestione delle nuove dichiarazioni precompilate restano ancora enormi, si è voluto fin da subito rassicurare contribuenti, Caf e commercialisti sui tempi più dilatati per la trasmissione dei documenti.
Tra l’altro, se per una parte è vero che quest’anno le procedure potrebbero risultare un minimo più sperimentate e dunque più agili, dall’altra bisognerà fare i conti con la mole di dati nuovi che i contribuenti si ritroveranno in automatico nelle dichiarazioni, e che dovranno comunque controllare. Ci riferiamo in particolare alle spese sanitarie che, come noto, proprio a partire dalle dichiarazioni di quest’anno saranno anch’esse inserite in automatico dai cervelloni elettronici del fisco. Da notare comunque che per i Caf e per tutti gli altri intermediari fiscali varrà ancora la cosiddetta regola dell'80%: sarà cioè obbligatorio trasmettere questa percentuale di dichiarazioni in ogni caso entro il 7 luglio, per consentire la lavorazione dei modelli 730 all'agenzia delle Entrate, ed evitare il rischio, paventato con forza l’anno scorso, che possano saltare i rimborsi.
Ma se per la trasmissione delle dichiarazioni scatterà la proroga, la stessa cosa non accadrà per le altre due date che, in tema di 730 precompilato, i contribuenti si sono già segnati con la matita rossa sul calendario. Stiamo parlando innanzitutto di quella fissata per il 15 aprile, giorno a partire dal quale le dichiarazioni predisposte dai tecnici del fisco saranno consultabili dai singoli contribuenti accedendo con le proprie credenziali al sito dell’Agenzia delle entrate. L’altra scadenza rimasta invariata è poi quella del 2 maggio, termine a partire dal quale si potrà cominciare materialmente ad intervenire sulle dichiarazioni precompilate, per integrare, o peggio ove necessario, correggere, i dati inseriti in automatico dal fisco.
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Redazione di Rete Commercialisti