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CAPIRE IN CHE CONDIZIONI SI TROVA L'AZIENDA DA RISANARE
Le condizioni per poter risanare un’impresa sono 3, e devono sussistere tutte contemporaneamente:
1) deve avere un mercato identificabile e raggiungibile
2) deve avere un prodotto/servizio valido per il mercato 1)
3) deve avere una struttura (organizzativa, produttiva, patrimoniale) adatta ai punti 1) e 2)
A nulla serve l'accanimento su una impresa decotta che non abbia mercato, o che non abbia prodotti in grado di competere (per qualità, per prezzo, per servizi al clliente) con quelli richiesti dal mercato, o che non abbia risorse per competere. Indebitare ulteriormente un'azienda in queste condizioni, senza mettere mano ad una radicale trasformazione, sposta solo in là nel tempo, aggravandolo, un problema inesorabile che spesso viene addossato alle banche che hanno chiuso i cordoni della borsa.
I RICAVI
Un'impresa per restare ancora in vita, per avere la possibilità di fare ricavi e utili, deve avere la possibilità di prevedere, dopo il piano di risanamento, il raggiungimento di un suo equilibrio economico. E questo equilibrio economico dipende soltanto dalla sua possibilità di riprendersi, quindi di avere mercato, prodotto e una struttura (organizzativa, patrimoniale e finanziaria) adatta al prodotto e al mercato. Per gli amanti delle definizioni, questa è la cosiddetta "Formula Imprenditoriale".
NON PERDERE TEMPO
Quando l’imprenditore si rivolge al Professionista è quasi sempre già molto avanti nella sua crisi ed ha una percezione spesso distorta della sua situazione aziendale, convinto di aver sempre molto tempo a disposizione. In realtà, quando i segnali della crisi sono quelli che lui ritrae dall’aver sperimentato i primi problemi con banche e fornitori e dipendenti, è evidentemente già molto oltre la fisiologica fase di declino in cui lui crede di essere, quella in cui è solo necessario un prevedibile intervento di cosiddetto turnaround.
CHIEDERE AIUTO A UN PROFESSIONISTA
L’impresa, quando chiede aiuto, quando si rivolge ad uno specialista, è spesso, invece, già in piena crisi . Spetta al professionista capire quando iniziano i segnali del declino per poter percepire se e come poter intervenire. Questo anche perché il nostro legislatore ha dato strumenti diversi e scalabili, progressivi, per cui man mano che la crisi si aggrava anche noi dobbiamo scendere di un gradino tra gli strumenti legislativi a disposizione. E il Professionista deve riuscire a far percepire al suo interlocutore il perché sia necessario utilizzare uno strumento piuttosto che un altro, perché man mano che scendiamo di un gradino c'è la possibilità di chiedere un diverso sacrificio al nostro interlocutore-debitore ma anche ai suoi creditori.
L'abilità del professionista sta proprio nel riuscire a gestire le relazioni tra tutti gli interessati, nel gestire le banche, nella comunicazione in generale con tutti i creditori, nella capacità di far digerire e far capire per quale motivo utilizziamo un dato strumento e, soprattutto, quali sono i rischi per i creditori e per l’imprenditore. E nel far comprendere all'imprenditore perché non debba tardare un minuto di più, soprattutto perché, se una volta esisteva il famoso cordone sanitario costituito dalla revocatoria fallimentare nei confronti delle banche e dei creditori, oggi questo non esiste più, perché con i 6 mesi previsti per gli atti normali di revocatoria ed un anno per gli atti anormali, ma con le esenzioni del terzo comma dell'articolo 67 e con l’esenzione specifica per le banche, queste non sono più interessate all'azione revocatoria, ci sono altri strumenti cui possono attingere.
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Redazione di Rete Commercialisti