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l POS obbligatorio è tornato al centro delle attenzioni dopo che il 24 giugno è stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale un decreto legge – D.L. 90/2014 – che stabilisce a partire da lunedì 30 giugno 2014 l’obbligatorietà del “deposito telematico”, e cioè l’obbligo – per commercianti, artigiani, imprese e studi professionali – di consentire i pagamenti elettronici tramite POS (“Point of sale”, la macchinetta dentro cui si striscia il bancomat o la carta di credito) per spese di beni e servizi superiore a 30 euro: attenzione, non diventa “obbligatorio pagare col bancomat” simili cifre, ma diventa obbligatorio permettere al cliente che lo richieda di farlo. Si tratta di una delle “misure urgenti per la semplificazione e la trasparenza amministrativa e per l’efficienza degli uffici giudiziari” contenute nel decreto. Al momento non sono previste sanzioni per gli inadempienti ma «non è escluso che più avanti vengano introdotte delle multe, una volta che i costi di installazione saranno resi magari più abbordabili».
Di cosa si tratta?
Per assicurare la piena tracciabilità dei pagamenti, e quindi disporre di uno strumento in più nella lotta all’evazione, in base al Decreto crescita bis, il numero 179 del 2012, a partire da domani tutte le imprese e i professionisti dovranno dare la possibilità ai loro clienti di effettuare pagamenti tramite bancomat, carte di credito o prepagate attraverso postazioni Pos (acronimo dell’espressione inglese Point of sale). Si tratta del sistema già ampiamente diffuso soprattutto nel settore del commercio, che consente il trasferimento di denaro direttamente dal conto del cliente a quello dell’esercente o del fornitore senza che si verifichi passaggio di contante.
C’è una soglia di spesa alla quale si applica la norma?
L’obbligo scatta quando la spesa per beni e servizi supera la soglia dei 30 euro.
Quali categorie professionali e quali attività interessa?
Interessa tutti: commercianti, artigiani, imprese e studi professionali. Dal ristorante all’idraulico, dal falegname al dentista, dal parrucchiere a tutte le attività professionali siano essi notai, avvocati, architetti o commercialisti.
L’obbligo riguarda tutte le attività senza distinzioni di dimensione?
In un primo tempo la norma, che doveva entrare un vigore a inizio anno, interessava solo i soggetti che fatturavano più di 200mila euro l’anno. Poi la proroga al 30 giugno ha fatto cadere questa prescrizione e da domani tutti devono (o dovrebbero) dotarsi di Pos.
Cosa succede se il professionista o l’artigiano di turno non ha installato il Pos?
Nulla, perchè il decreto non prevede alcuna sanzione. Non è però escluso che più avanti, una volta che i costi di installazione saranno resi magari più abbordabili, vengano introdotte multe per gli inadempienti.
Che vuole dire?
Significa che se il cliente vorrà pagare con carta di credito, la sua richiesta dovrà essere scritta in calce nel contratto, altrimenti potrà pagare anche con assegno o bonifico bancario. Se la cifra è inferiore ai mille euro, il cliente può continuare a pagare tranquillamente anche in contanti.
Ma se il cliente volesse pagare col Bancomat al quel punto potrebbe rifiutarsi di saldare in un altro modo il conto?
Ovviamente no. Lo spiega bene una circolare dell’Ordine nazionale forense inviata a tutti gli avvocati: «Qualora il cliente dovesse effettivamente richiedere di effettuare il pagamento tramite carta di debito e l’avvocato ne fosse sprovvisto si determinerebbe semplicemente la fattispecie della mora del creditore che, come è noto, non libera il debitore dall’obbligazione». Quindi, prima o dopo il cliente paga, con o senza Pos. A tutela dei professionisti si suggerisce però di indicare in un eventuale contratto di prestazione d’opera le modalità di pagamento alternative al bancomat per le prestazioni rese.
A sua volta il cliente rischia qualche sanzione?
Assolutamente no. L’assenza di sanzioni vale anche per i clienti, che però come detto non sono sollevati dall’obbligo di far fronte al loro debito. La messa in mora del creditore però esclude che gli possano essere chiesti interessi per il ritardato pagamento.
Ma come fa ad esempio l’idraulico che viene direttamente a casa mia a permettermi di pagare col Pos?
I vari operatori telefonici e molti gruppi bancari, da Telecom alle Poste a Setefi di Intesa Sanpaolo, stanno offrendo sul mercato una serie di soluzioni tecniche molto innovative che consentono ad esempio di sfruttare il proprio smartphone o tablet collegato ad uno speciale lettore di carte.
E’ vero, come lamentano ad esempio i commercianti, che le nuove attrezzature sono particolarmente costose?
Secondo Confesercenti un imprenditore che realizza transazioni per circa 50mila euro l’anno tra costi di installazione, canoni e commissioni pagherà all’incirca 1700 euro l'anno. Per cui nel complesso il mondo delle imprese per questi servizi dovrebbe versare 5 miliardi. Per la Cgia di Mestre con 100mila euro di movimentazione il costo annuo dovrebbe oscillare da 2.478 a 2.608 euro a seconda delle tecnologie utilizzate (semplice Pos, Pos cordless o Gsm) che al netto delle detrazioni fiscali scende poi a 1.183-1.240 euro. Secondo uno studio dei Consulenti del lavoro il canone oscilla dai 10 euro del Pos standard ai 28 del Gsm. Per ogni operazione si pagano poi 20 centesimi per la chiamata ad un numero automatico ed una commissione bancaria che in media si aggira sul 2% dell’importo transato.
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Redazione di Rete Commercialisti