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Conosci il Fiscal compact e cosa significa per l'Italia?

Burocrazia 

Quando Matteo Renzi parla di tetto «oggettivamente anacronistico» del 3% del rapporto deficit-Pil nel mirino ha naturalmente il Fiscal compact. Che l'Italia rispetterà, spiega il premier, mettendolo allo stesso tempo in discussione.

Renzi è ansioso di abbattere la filosofia del rigore, costringendo la Germania a prendere atto che i tempi sono cambiati e che serve una revisione del fiscal compact per far ripartire il motore dell'Europa.

La prima regola d'oro del Fiscal compact è che il bilancio pubblico deve essere in pareggio o in attivo, e comunque un eventuale disavanzo "strutturale" non può essere superiore allo 0,5% del Prodotto interno lordo (Pil). Ma quali sono le altre? Quali Paesi nella Ue si sono sottratti al "patto di bilancio europeo"? E perché l'accordo è una bomba a orologeria per il nostro Paese?

 

CHE COS’È IL FISCAL COMPACT?

Un accordo che prevede regole vincolanti sulla disciplina di bilancio

 

QUANDO È ENTRATO IN VIGORE IL FISCAL COMPACT?

1° Gennaio 2013

 

QUALI STATI DELL’UNIONE EUROPEA NON HANNO ADERITO AL FISCAL COMPACT?

Regno Unito e Repubblica Ceca

 

QUALE STATO DELL’UNIONE EUROPEA HA SOTTOPOSTO A REFERENDUM POPOLARE IL FISCAL COMPACT?

Irlanda

 

OGNI PAESE, DOPO LA RATIFICA DEL TRATTATO, DEVE INTRODURRE LA REGOLA CHE IMPONE IL PAREGGIO DI BILANCIO NELLA LEGISLAZIONE NAZIONALE. QUALI SONO LE CONSEGUENZE PER CHI NON LO FA?

Non può ottenere prestiti da parte del Meccanismo Europeo di Stabilità

 

UNO DEGLI OBIETTIVI DEL FISCAL COMPACT È LA RIDUZIONE DEL DEBITO PUBBLICO. PERCIÒ DAL PROSSIMO ANNO L’ACCORDO PREVEDE, PER I PAESI CON UN DEBITO PUBBLICO SUPERIORE AL 60% DEL PIL (COME L’ITALIA), DI RIENTRARE ENTRO TALE SOGLIA ENTRO:

Vent’anni

 

RIDUZIONE DEL DEBITO PUBBLICO: PER L’ITALIA OGNI ANNO L’AGGIUSTAMENTO IMPOSTO DAL FISCAL COMPACT SAREBBE PARI A CIRCA:

50 miliardi

 

CHI HA UFFICIALMENTE FIRMATO PER L’ITALIA IL FISCAL COMPACT?

Mario Monti

 

Fiscal Compact: un problema per l’Italia

Ampiamente criticato da molti economisti di fama internazionale ( i premi Nobel per l’economia Kenneth Arrow, Peter Diamond, William Sharpe, Eric Maskin e Robert Solow su tutti) perché considerato un meccanismo improvvido, il Fiscal Compact per l’Italia potrebbe rappresentare un problema grosso, molto grosso.

Perché? Perché per fare delle riforme occorrono soldi, soldi che l’Italia non ha e che dovrebbe comunque impiegare nel rispetto dei parametri europei.

Attualmente attuare il programma di Renzi senza violare il tetto del 3% nel rapporto deficit/PIL appare una vera e propria utopia. Per questo la speranza dei nostri governanti è quella di riuscire ad ottenere “un ammorbidimento” da parte dei vertici europei, almeno per qualche anno.

Un problema enorme è inoltre rappresentato dall’obbligo di ridurre di un ventesimo l’anno ogni debito pubblico superiore al 60%. Nel caso in cui l’aveste dimenticato, l’Italia attualmente ha un debito pari al 133% del PIL.

Tradurre questa imposizione in realtà significherebbe per il nostro Paese spendere circa 50 miliardi l’anno (per i prossimi vent’anni) che non solo non abbiamo, ma che se anche ci fossero andrebbero spesi per rimettere in piedi la Nazione.

Insomma, attualmente l’Italia ha le mani legate. La speranza di Renzi è quella di proporre un pacchetto di riforme ch,e approvate a livello europeo, facciano in modo che essi decidano di concederci un po’ più di autonomia per modificare ciò che non va e di chiudere un occhio su eventuali (o meglio sicure) violazioni. 
In caso contrario i problemi del nostro Paese potrebbero diventare ancora più seri.

 

 

 

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Redazione

Redazione di Rete Commercialisti